Ieri sera sono tornato a teatro. Per assistere a
Rosso, per la regia di
Francesco Frongia, al teatro Elfo Puccini di Milano. Lo spettacolo era allestito presso la
Sala Fassbinder, la seconda in ordine di grandezza, un sala in miniatura, 208 posti, senza un vero sipario, una vicinanza estrema tra il pubblico e gli attori, in prima fila mi trovavo a pochi centimetri dagli attori.
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Una scena dello spettacolo. copyright Luca Piva. |
Tornando allo spettacolo, il Rosso di
Mark Rothko è solo un mero pretesto per parlare sì di pittura, ma anche di molto altro, un conflitto generazionale tra il pittore e il suo assistente, in un crescendo vertiginoso. Il passato e il futuro nella narrazione si scontrano pericolosamente fino a far riflettere il vecchio e viceversa.
Due protagonisti assoluti
Ferdinando Bruni (Mark Rothko) e
Alejandro Bruni Ocana (l'assistente), due protagonisti sono più che sufficienti per questa rappresentazione teatrale che fa ridere in modo drammatico, rapida nei suoi tempi, "solo" 85 minuti, ma decisamente convincente. Il teatro italiano è anche questo.
Giorgio Barison
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