lunedì 25 febbraio 2013

Oscar 2013 I vincitori

Dopo una lunga attesa questa notte sono stati consegnati gli Oscar, i tradizionali premi cinematografici americani giunti alla 85 ° edizione. L'Academy non ha decretato un unico vincitore, sono infatti almeno due i film che escono trionfatori: Argo e Vita di Pi, il primo dopo aver vinto numerosi premi dei sindacati ha trionfato senza troppe sorprese come miglior film, oltre ad altre due statuette, mentre il secondo, con Ang Lee ha vinto come miglior regia, oltre ad altre tee statuette, per un totale di 4. Argo ha vinto anche come miglior sceneggiatura non originale, montaggio, mentre Vita di Pi, anche per la miglior colonna, effetti speciali  ed effetti visivi.
Negli attori non troppe novità, Daniel Day Lewis vince il suo terzo Oscar per Lincoln come pronostico, entrando così nella storia, come anche Christoph Waltz per Django Unchianed, mentre tra le attrici la preannunciata Anne Hathaway vince per Les Miserables così come Jennifer Lawrence che a soli 22 anni vince un pò a sorpresa per Il lato positivo.
I premi sono stati alla fine dati in modo equilibrati a numerosi film creando una situazione anomala, per esempio era dal 1989 con A spasso con Daisy che vinceva l'Oscar come miglior film un titolo non nominato come miglior regia, così ha fatto  Argo. Il vero sconfitto però è Steven Spielberg con il suo Lincoln, partito con i favori di ben  12 nominations ne porta a casa solo due, attore e scenografie, davvero troppo poco, il regista poi viene sconfitto per la seconda volta da Ang Lee dopo il 2006.
Un'edizione che in conclusione che ha scelto di premiare un forte thriller di ottima fattura come Argo e l'ardire di un regista blasonato come Ang Lee che si è cimentato senza paura con la novità del 3d, due film tra i migliori dell'ultimo anno secondo me giustamente premiati.
Giorgio Barison

venerdì 22 febbraio 2013

Re della terra selvaggia

L'inizio di un'esperienza segna sempre molto, Behn Zeitlin con Beasts of the southern wild ( Il re della terra selvaggia) esordisce  ufficialmente nel mirabile mondo di Hollywood, in modo potrei dire indelebile. Lasciando il segno. Un film vero e proprio girato nei modi più semplici ed artigianali possibili: vasto utilizzo della camera a mano, girato interamente in pellicola 16 millimetri con l'aiuto di una piccola troupe professionale, presenza di soli attori non professionisti, girato in loco, ricorrendo ad importanti inserimenti solo per gli effetti speciali.
Tutto questo per raccontare la vita degli abitanti della Grande Vasca e della sua regina, meglio dire re, la piccola Hushpuppy ( Quvenzhanè Wallis). Hushpuppy è solo una bambina di sei anni, orfana di madre, con un padre alcolizzato e malato di cuore di nome Wink.
La piccola bada a tutti, a lei nessuno. Il suo è un mondo altro. Popolato secondo la leggenda dagli Aurochs, creature dell'età delle caverne e dove si presta la massima attenzione al battito del cuore di ogni singolo animale, umo compreso. Un mondo naturale, allo stato brado, senza regole scritte, dove si vive alla giornata, tra pesca, piccoli animali e poco altro. In attesa del grande uragano che spazzerà via tutto, sono in Lousiana nei pressi del Mississipi, dove il rischio è altissimo.
Il regista si è ispirato alla comunità Bayou e alla piece tetrale Juicy and delicious di Lucy Alibar. Un film sperimentale, non perfetto, che si distingue nettamente dalla massa dei prodotti cinematografici di oggi. Giustamente premiato finora, con 4 nomination agli Oscar, tra cui Miglior Film, Regia, sceneggiatura e attrice, dove la piccola Wallis a nove anni è la più giovane candidata della storia con 9 anni. L'unica scelta opinabile è quella della regia dove qualcun altro avrebbe maggiormente meritato.
Un film in conclusione commovente, sulla gioia dell'amore e della vita.

Voto. 7.5

Giorgio Barison

lunedì 18 febbraio 2013

Al voto!

Tra sei giorni saremo chiamati al voto. Il 24 e il 25 febbraio prossimo eleggeremo i deputati e senatori e nella "mia" regione la Lombardia sarà scelto il nuovo governatore.
Lo dico subito io sostengo la coalizione del centro-sinistra guidata da Pierluigi Bersani, una coalizione credibile, sobria, che ha tutte le carte in regola per poter governare il nostro Paese, per un 'Italia giusta. Mentre in Lombardia scelgo Umberto Ambrosoli, a capo di una ampia coalizione da Etico a sinistra, al Psi, alla lista civica omonima, in particolare per la scelta del consigliere indicherò Vittorio Pozzati, amministratore di esperienza che conosce bene il territorio.
Il nostro Paese dal giorno dopo le elezioni avrà bisogno di un governo stabile, concreto, in grado di governare in modo sicuro per cinque anni, evitando di tornare al voto a distanza di pochi mesi. Un governo stabile è quello di cui abbiamo tutti bisogno in Italia e non, vedi i nostri creditori fuori dall'Italia che comprano il nostro, immenso, debito pubblico e permettono alla nostra economia di stare in piedi. L'Italia ha bisogno di una guida stabile per poter iniziare un nuovo periodo di riforme quelle che servono al Paese, istituzionali, tra cui la riduzione dei parlamentari, il varo di una nuova legge elettorale in primis. Per fare tutto questo e anche altro Pierluigi Bersani è la persona giusta.
Tutti i voti sono legittimi e utili essendo però ben consci che votando una forza come quelle emergenti legate a Giannino, Ingroia e altri, si esprimerà un voto di opinione che darà un segnale forte, ma che non potrà avere ripercussioni su un futuro governo e che in certi casi non porterà parlamentari o senatori.

Il voto è un diritto e un dovere andiamo tutti a votare domenica 24 e lunedì 25.

Giorgio Barison

venerdì 15 febbraio 2013

Zero dark thirty

Dopo Lincoln, un altro pezzo di storia americana è affrontato dal cinema, una storia a no più vicina e tristemente nota: il terrorismo, legato ad Al Quaeda e ad Osama Bin Laden. Kathryn Bigelow prosegue un suo percorso dopo The Hurt Locker di un cinema impegnato senza sconti a nessuno, uno stile marcato ed imprevedibile. Solo lei infatti avrebbe potuto raccontare la guerra al terrorismo attraverso gli occhi di una donna Maya (Jessica Chastain), plasmata e caratterizzata tanto da costruire un film intorno a lei.
Una sceneggiatura ampia a cura di Mark Boal, undici anni di storia americana in un film di due ore e 40 minuti. Si parte proprio dal più grande attentato al mondo occidentale, l'11 settembre 2001, l'invasione dell'Afganistan, le prigioni segrete, le torture. Proprio questi metodi coercitivi meriterebbero un commento a parte la regista li mostra diverse volte mostrando come si sono svolte le azioni dei servizi segreti americani, secondo me senza dare ragione o torto a questi metodi, ma semplicemente mettendoli in scena, lasciando al pubblico la possibilità di giudicare. Ogni momento importante della storia di questi anni, vedi attentato del 7 luglio 2005 a Londra, fino a giungere al 2011alle fasi finali della cattura e successiva uccisione di Osama Bin Laden.
Rimarco come lo stile della regista sia unico, un film corale che alla fine è reso grazie alle presenza di una importante presenza quella di Maya, le sue ansie, le sue durezze le sue decisioni, la  sua solitudine, lasciando come semplici esecutori tutti gli altri.
Un film convincente, dove però il cast nel complessivo non è all'altezza, un passo indietro rispetto ad altri film in corsa all'Oscar come miglior film, c'è una sola attrice Jessica Chastain, attrice rivelazione degli ultimi due anni, nominata come miglior attrice protagonista dove è considerata, giustamente, una tra le favorite. Kathryn Bigelow dopo The hurt locker si conferma ad altissimi livelli con un film forte di impatto, che lascia l'immagine di una America che nonostante la morte del nemico sa che la guerra non è ancora finita e non sa se mai finirà.

Voto: 7.5
Giorgio Barison

mercoledì 13 febbraio 2013

Einaudi


In un pomeriggio sabato qualunque dopo una mattina di lezioni immerso nella noia e nella delusione cercai su youtube "Ludovico Einaudi", dopo averlo visto in una trasmissione tv, e così senti per la prima volta un suo pezzo.
Ieri sera dopo diversi anni sono stato ad una suo concerto al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Avvicinandosi in auto già si vedevano capannelli di persone di ogni età che si affrettavano, io entrato agli ultimi minuti rimango colpito dal teatro, tutto, o quasi pieno. Alcuni minuti di attesa, annuncio dello speaker di spegnere i telefonini, luci spente e inizia la pura poesia degli undici orchestrali e del pianoforte del maestro Ludovico Einaudi. Il pianista torinese è passato dagli brani dell'ultimo album In a time lapse a  quelli di Nightbook, suonando tra gli altri Divenire, Fly aumentando di intensità pezzo dopo pezzo fino a raggiungere la conclusione. Dopo due bis e una standing ovation di tutto il pubblico presente, calorosissimo, gli artisti si sono allontanati dal palco.
Una ottima serata, tanta musica di qualità, emozioni vere sulla pelle, non sentimenti.

Giorgio Barison

domenica 10 febbraio 2013

I migliori corti

Una categoria poco sotto i riflettori degli Oscar è quella del miglior cortometraggio d'animazione, dove l'anno scorso fu candidato l'italiano Enrico Casarosa per Luna, corto che precedeva Brave. I cinque nominati di quest'anno sono: Adam and the dog, di Minkyu Lee, Paperman, di John Kahrs, Fresh Gaucamole, Head over Heels e  The longest daycare.
Vi vorrei segnalare i primi due. Adam and the dog è un corto di 15 mnuti girato nel tradizionale 2 d, con un tono lieve e delicato, racconta la storia del primo cane dell'umanità che vive con Adamo ed Eva. Minkyu Lee, regista, autore, dipendente della Disney ha impiegato tre anni di lavoro per realizzarlo.

 

Il secondo è Paperman, corto di 7 minuti, proiettato prima di Ralf Spaccatutto, è a cura di John Kahrs. George e Meg sono due giovani impiegati  in una Manhattan degli Anni 40', rigorosamente in bianco e nero, quando un foglio bianco del giovane si posa sulle labbra di Meg. Scatta quindi una magica scintilla tra i due sconosciuti, che permetterà di ritrovarsi in una degna conclusione romantica. Immagini di pura poesia Disney come non si vedeva da tempo.

Giorgio Barison

venerdì 8 febbraio 2013

Puzzle the series



Oggi vi racconto di Puzzle The Series, una serie tv per il web, scritta e diretta da Luca Solina, con Francesca Alfano, Daniele Giulietti e Domenico Sannino tra gli altri, che vede Lucilla Parmeggiani come direttrice di produzione aiuto regia. Un progetto partito dal basso, un gruppo di giovani che con i loro mezzi hanno provato a creare questo esperimento, con la collaborazione di Fondazione Milano e di MITC, Milano Talenti Creativi. La trama ricorda per certi versi Saw l'enigmista, senza scene di violenze. Abbiamo 5 prigionieri chiusi in una stanza senza finestre, un carceriere che non vuole riscatti, ma solo costringere i rapiti a riflettere su quanto hanno fatto. 5 adulti con le loro storie narrate attraverso flashback, dove la tensione è sempre molto alta.
Un web series di 10 episodi, ogni giovedì alle 12 una nuova puntata, ieri è uscita la seconda, comunque sia sul canale ufficiale di You tube potrete riguardarle tutte, la durata per il web, tra i 10 e i 15 minuti, agevola la visione. Puzzle the series è disponibile anche di vimeo, facebook, twitter, tumblr.
Buona visione!

Giorgio Barison

domenica 3 febbraio 2013

Argo vince tutto...

La notte del 24 febbraio si avvicina e nel frattempo negli ultimi giorni sono stati consegnati  numerosi premi dei critici indicativi in parte dell'esito finale. Argo è il film che in modo sorprendente ha vinto i più importanti riconoscimenti: il SAG, per il miglior cast, il DGA, per la miglior regia e il PGA, per il miglior film, senza tralasciare inoltre i Golden Globes come miglior film e regista. Invece il più blasonato Lincoln di Spierlberg, dall'alto delle sue 12 nomination agli Oscar è rimasto a guardare finora. Argo da canto suo ha ricevuto "solo" 7 candidature, secondo alcuni troppo poche per ricevere la statuetta come miglior film.
Dopo tutti questi riconoscimenti le possibilità di vittoria come miglior film sono decisamente aumentate, nonostante l'assenza tra le candidature della miglior regia e degli gli attori principali, a ciò si deve aggiungere che sarebbe il secondo film nella storia dell'Academy a vincere Sag, Dga e Pga a non vincere l'Oscar come miglior film.


Giorgio Barison