venerdì 15 febbraio 2013

Zero dark thirty

Dopo Lincoln, un altro pezzo di storia americana è affrontato dal cinema, una storia a no più vicina e tristemente nota: il terrorismo, legato ad Al Quaeda e ad Osama Bin Laden. Kathryn Bigelow prosegue un suo percorso dopo The Hurt Locker di un cinema impegnato senza sconti a nessuno, uno stile marcato ed imprevedibile. Solo lei infatti avrebbe potuto raccontare la guerra al terrorismo attraverso gli occhi di una donna Maya (Jessica Chastain), plasmata e caratterizzata tanto da costruire un film intorno a lei.
Una sceneggiatura ampia a cura di Mark Boal, undici anni di storia americana in un film di due ore e 40 minuti. Si parte proprio dal più grande attentato al mondo occidentale, l'11 settembre 2001, l'invasione dell'Afganistan, le prigioni segrete, le torture. Proprio questi metodi coercitivi meriterebbero un commento a parte la regista li mostra diverse volte mostrando come si sono svolte le azioni dei servizi segreti americani, secondo me senza dare ragione o torto a questi metodi, ma semplicemente mettendoli in scena, lasciando al pubblico la possibilità di giudicare. Ogni momento importante della storia di questi anni, vedi attentato del 7 luglio 2005 a Londra, fino a giungere al 2011alle fasi finali della cattura e successiva uccisione di Osama Bin Laden.
Rimarco come lo stile della regista sia unico, un film corale che alla fine è reso grazie alle presenza di una importante presenza quella di Maya, le sue ansie, le sue durezze le sue decisioni, la  sua solitudine, lasciando come semplici esecutori tutti gli altri.
Un film convincente, dove però il cast nel complessivo non è all'altezza, un passo indietro rispetto ad altri film in corsa all'Oscar come miglior film, c'è una sola attrice Jessica Chastain, attrice rivelazione degli ultimi due anni, nominata come miglior attrice protagonista dove è considerata, giustamente, una tra le favorite. Kathryn Bigelow dopo The hurt locker si conferma ad altissimi livelli con un film forte di impatto, che lascia l'immagine di una America che nonostante la morte del nemico sa che la guerra non è ancora finita e non sa se mai finirà.

Voto: 7.5
Giorgio Barison

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