martedì 8 gennaio 2013

The Master

Paul Thomas Anderson indaga con The Master un altro pezzo di storia americana, dopo i suoi precedenti Il petroliere, Boogie nights, e Magnolia, sempre a suo modo, soffermandosi sugli eventi non con la lente macroscopica, ma analizzando con quella microscopica qui un piccolo uomo, Freddy Quell. Quest'ultimo è un reduce della Seconda Guerra mondiale che nel tentativo maldestro di ricostruirsi una vita si imbatte una notte in Lancaster Dodd ( Philip Seymour Hoffman) e nella Causa, alter ego di Scientology, vivendo in primissima persona gli albori del movimento para-religioso. Freddy non è proprio quello che si descriverebbe come un giovane uomo nella media, è molto turbato e  non ha chiuso ancora con la sua guerra, e porta sulla pelle ancora tutti gli effetti di un conflitto insensato; da un lato pensa ossessivamente alle donne e poi esplode in scatti di rabbia. Nessun è accanto a lui tranne proprio Lancaster, che ne è rimasto affascinato per ragioni poco chiare. Questa fascinazione rimarrà inspiegabile, come un padre di famiglia possa essere affascinato da un personaggio considerato dai più selvaggio e ubriaco.
Nello sviluppo del loro rapporto possiamo osservare anche alcune fasi del metodo della Causa come quella del buco temporale e l'audizione, ma Freddy non riesce mai a comprenderli, lasciando tutti insoddisfatti.
Nel film magistralmente diretto, devo dirlo, da Paul Thomas Anderson, emergono con durezza Joaquin Phoenix, dato per finito solo fino a poco tempo fa, e Hoffman, in due interpretazioni che lasciano davvero pochi dubbi, troppo acuti, forti per non lasciare un vivido ricordo nella mente dello spettatore. Alcune scene ricorrenti sono da ricordare anche per i posteri: il mare mosso dall'imbarcazione in movimento, la prova nel lago salato, il tutto accompagnato dalle precise composizione di Jonny Greenwood dei Radiohead.
Un film che lascia però molti interrogativi proponendo una visione della vita immersa in una finitura di ottima qualità, allo spettatore l'arduo compito di decidere se è più importante la qualità del contenuto o quella del contenitore.

Voto: 7-

Giorgio Barison

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