martedì 15 novembre 2011

Faust

Alexsandr Sokurov, vincitore del Leone d’oro all'ultima Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia, ammette fin da subito di ispirarsi liberamente all’omonima opera di Goethe, ispirazione molto lata.

Premesso questo, il film racconta di un professore, il doctor Faustus appunto, letteralmente squattrinato, interessato a scoprire dove si trovi “l’anima”. Mendicando tra i suoi conoscenti si imbatte infine in un monte dei pegni e nel suo proprietario, l’usuraio, personaggio strano e storpio ( Mefistofele). Faustus intraprende con l’usuraio una peregrinazione nel villaggio, durante la quale Faustus innamora di una giovane fanciulla Margarethe e uccide involontariamente un soldato, fratello della ragazza.

Da quel momento l’’unico desiderio di Faustus diventa quello di passare una notte con Margarethe, questo è il suo desiderio ultimo. I termini del patto con il Diavolo sono i tradizionali: l’ultimo desiderio in cambio dell’"anima" dopo la morte.

Film che vuole dirci, a mio avviso, troppe cose, creando così una grande caos di parole e concetti, in cui poco si capisce. Atmosfera cupa, decisamente, girato in Islanda, permettendo così di ricreare ambientazioni lunari, ultraterrene, c'è una forte ricerca dell'ambente dove potrebbe dimorare il Diavolo. C'è da segnalare che rispetto al Faust di Goethe il rapporto con Margherita è molto sacrificato.

p.s. troppo eccessivamente pesante.

Voto:5,5

Giorgio Barison


Nessun commento:

Posta un commento