lunedì 7 novembre 2011

Appesi ad un filo.


Appesi ad un filo, così si possono descrivere i sostenitori di questo governo Berlusconi e questo governo.
Sì, torno a parlare dell'attuale situazione politica, dopo circa tre settimane dall'ultima volta.
Dove eravamo rimasti? Ah sì, al governo che dopo essere stato sconfitto sul rendiconto dello stato due giorni dopo incassa l'ennesima fiducia con 316 voti.
Da allora era il 14 ottobre, le cose non sono migliorate anzi, la situazione è ancora più caotica, tra controlli da parte delle autorità europee sui conti italiani, voci di dimissioni di Berlusconi stamane, poi smentite, il governo greco di Papandreou che si dimette. In questo momento in Italia i partiti di opposizione ( Patito Democratico e UDC) ora sono più forti grazie anche alla migrazione di parlamentari del Pdl verso l'Udc o il gruppo misto, così facendo i numeri del governo sono sempre più incerti per alcuni sarebbe sotto la quota 316 della maggioranza qualificata.
Sono giorni convulsi questi, ricchi di consultazioni, di ipotesi ventilate e poi dimenticate, nel frattempo l'Italia nel pieno della crisi sta sempre peggio, il differenziale con i BTP tedeschi oggi è giunto a quota 487, dopo aver toccato il picco a 491, e dati di oggi in Italia vivono due milioni e duecentomila italiani under trenta che ne lavorano ne studiano.
Ma pensiamo a prossimi appuntamenti, domani mattina ci sarà la votazione sul rendiconto dello Stato, documento di fondamentale importanza, le opposizioni per senso di responsabilità sarebbero orientate per l'astensione, ma decideranno domani mattina; sarà l'ennesima prova di un governo che ha i numeri sempre più risicati, sarà una lotteria domani e nei prossimi giorni, giovedì ci dovrebbe essere il voto sulla legge di stabilità.
Oggi le dimissioni del premier di Berlusconi sono vicine, sembra, ma non bisogna cantar vittoria la crisi c'è e rimarrà, bisognerà chiamare a guidarci le persone adatte, non solo politici, a questo compito.

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