venerdì 2 novembre 2012

Amour

Partiamo da alcun numeri. Sono ormai passati 50 anni da quando Jean Loius Trintignant era uno dei due protagonisti de Il sorpasso di Dino Risi, ora gli anni per lui sono 82, Michael Haneke con Amour ha vinto la sua seconda Palma d'Oro, dopo quella del 2009 per il film in bianco e nero Il nastro bianco.
Cos'è Amour? E' un inno alla vita (nonostante tutto) e un grande film come da tempo non ne vedevo.
Georges e Anne sono due ottantenni che vivono tranquilli nella  loro casa, la loro unica figlia musicista( Isabelle Huppert) vive lontana. Una mattina Anne mentre fa colazione rimane con lo sguardo perso nel vuoto per diversi minuti, primo segno questo della demenza senile. Le sue condizioni si aggravano giorno dopo giorno, il marito però non demorde, la accudisce e la rincuora sforzandosi in ogni  modo, lei dopo un primo periodo desiste e chiede al marito di promettergli di non riportarla mai più in ospedale e poi perde la voglia di vivere, desiderando di finire al più presto questa sofferenza per se e per il marito.

L'amore di Georges (Trintignant ) va oltre ogni limite, un amore ostinato e più forte di ogni avversità per un  vero film d'autore, un tocco evidente quello di Haneke, regista di esperienza, classe 1942, austriaco, che si palesa in diverse situazioni. Lunghe sequenze silenziose che innalzano solamente l'attesa nello spettatore. Una scena incentrata molto su Georges e poi distaccata, come con le voci fuori cmapo, dove si sentono le voci dei protagonisti mentre la cinepresa rimane fissa ad inquadrare il soggiorno vuoto. Un film coraggioso per a vere avuto la forza e l'accuratezza di raccontare l'amore e la fine di una coppia ormai non più giovane, anzi, (quasi) mai tratto al cinema in questo modo, in maniera seria e responsabile. Uno dei film migliore di questa stagione, ma non il migliore in assoluto.

Voto: 9

Giorgio Barison 

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