martedì 18 ottobre 2011

Emanuele Crialese: storie di persone che fuggono.

Oggi voglio dedicare il mio tempo ad un regista italiano, affermato, a Emanuele Crialese classe 1965, regista di quattro film: Once we were strangers 1997, Respiro 2002, Nuovomondo 2006, Terraferma 2011. Ho visto tre di questi quattro film, mi manca solo l'esordio alla regia, provvederò, credo di poter fare una panoramica, seppur parziale, della cinematografia di questo regista.
I temi trattati sono storie al confine, non in grandi città, metropoli, ma realtà conosciute sì, ma minori ai più, nel primo Respiro siamo a Lampedusa negli anni 60, in Nuovomondo si parte da un paesino della Sicilia per arrivare fugacemente ad Ellis Island a New York e in Terraferma siamo di nuovo a Lampedusa, ma nel 2011, ai giorni nostri.
Il bagno nel mare di latte.
La migrazione viene tratta in tutti i film, in Respiro meno, ma Lampedusa è sempre un'isola di frontiera, dove le persone sono all'origine della civiltà, lontano dal clamore ed allo sfavillare delle industrie, mentre in Nuovomondo e Terraferma la migrazione viene raccontata ampiamente, anzi possiamo dire che è il tema principale del film, prima noi italiani protagonisti, andiamo a cercare fortuna nel nuovo mondo, poi in Terraferma, raccontando a suo modo l'attualità di oggi, dove gli italiani devono accogliere i migranti provenienti dal nord Africa ( Libia, Tunisia, Nigeria).
Tutti i film sono carichi da un punto di vista visivo, dove alcune frasi dei dialoghi, metaforiche, diventano realtà, come in Nuovomondo, dove il sogno di navigare in un fiume di latte della California diventa realtà nel film, oppure la scena di Terraferma dove i turisti saltano dalla barca insieme come in una scena orchestrata.

Il salto dalla barca.





La fotografia è molto importante nei film, come la ricerca dei costumi storici più adatti, per Nuovomondo decisamente vasta. Fino ad arrivare ad una interpretazione della società di oggi in Terraferma dove una famiglia per le sue difficoltà economiche dovute ad una pesca magra deve trasformare la propria casa in una casa vacanze per i turisti.
Il linguaggio è tutto dal momento che i film sono ambientati in Sicilia in buona parte e l'uso del dialetto in lunghe parti è una scelta fatta coscientemente per non togliere autenticità ai personaggi, nonostante ciò si capiscono molto bene i dialoghi.
Un regista che usa il suo cinema per raccontare l'Italia di ieri e di oggi, per farci comprendere, con immagini giustapposte rapidamnete qualcosa che le parole non riescono a dire, un regista attuale, moderno, lontano dalle grandi celebrità, ma immerso nella realtà.

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