martedì 21 maggio 2013

Il grande Gatsby

A molti di voi sarà successo di prendere in mano, sfogliare e leggere il piccolo romanzo di F. S. Fitzgerald, quadro di un'epoca, gli Anni 20, ricchi di opulenza e tragedia.
Baz Luhrmann, già noto per Australia e Moulin Rouge, ha riletto il romanzo con gli occhi degli anni 2000 creando una versione 2.0 con le musiche di Beyonce, Jay Z e Lana del Rey senza badare a spese dando espressione al massimo alla sua follia creativa per dare un senso, anche se per me non c'è, al 3 D.
Tornando più aderente alla vicende del film siamo immersi nello sfolgorio degli Anni 20' dove tutti da ogni dove corrono alle feste di Jay Gatsby, compreso il suo vicino, Nick Carraway, un timido operatore di borsa, interpretato da Tobey Maguire , il mai dimenticato Spiderman di Sam Raimi. Proprio l'organizzatore di queste notti mondane, di cui nessuno sa realmente l'identità eccetto il nome, Jay Gatsby desidera l'unica cosa che non si può comprare con il denaro: il tempo. Infatti vorrebbe tornare in dietro a cinque anni prima per sposare e vivere insieme con Daisy, di cui è sempre stato innamorato, ora invece moglie del miliardario spaccone Tom Buchanan nonché cugina dello stesso Nick. Jay si mostra sempre per lo sfarzo della sua dimora durante le sue celebri feste dove nessuno è invitato per occultare la sua vera natura familiare e umana decisamente diversa da come tutti credono. Uno sfavillante castello, con centinai di stanze e piscine, può crollare però da un attimo all'altro.

La versione 2.0 di Fitzgerald per me pecca un pò troppo di opulenza novantanni di differenza si sentono, abbiamo poi  uomini e donne anonimi e spenti come Daisy (Carey Mulligan) e Nick (Maguire), due attori dimessi che non convincono rimanendo sullo sfondo senza fare breccia negli spettatori, lui un terzo incomodo intruso, lei un'amata e amante sempre indecisa.
Alla fine esce trionfatore solo lui, il grande Jay Gatsby ovvero Leonardo di Caprio, un ottimo e convincente protagonista, in una delle sue migliore interpretazioni dai tempi di The Aviator, film con cui rilevo diversi punti in comune.

Voto: 6,5

Giorgio Barison

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