mercoledì 30 ottobre 2013

Il quinto potere

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Bill Condon (Twilight, Dreamgirls) ha scelto un tema della nostra contemporaneità: il caso Wikileaks. Come già avvenuto per The social network, il regista si basa solo su alcuni libri scritti da alcuni giornalisti e un ex membro della fondazione. Solo la tesi di una parte è mostrata. La verità storica si avrà solo tra alcuni decenni.
Il film raccontato con la ormai tradizionale tecnica del flashback, torna indietro al 2007 quando si conobbero per la prima volta Julian Assange ( Benedict Cumbertbatch) e Daniel Berg ( Daniel Bruhl). Già allora Assange proponeva un modello diverso di informzione basato su gole profonde protette, mentre Daniel era un ottimo tecnico informatico bravissimo con i pc. Seguiamo tutti i loro viaggi in Europa e lo sviluppo lento ma continuo di Wikileas, che a parole era composta da centinai di volontari, ma invece dietro a tutto c'erano solo loro due. Una situazione dove Assange è mostrato come un condottiero senza pietà, psicopatico, tutto a scapito del fedele Daniel, tenuto in secondo piano nelle decisioni.
Un film forse fin troppo tempestivo, il regista si è scottato con l'attualità non riuscendo a prendere le misure adeguate per una vicenza di tale portata. Cumberbatch interpreta Assange in modo molto pesante, in un sorta di macchietta, sarà davvero così anche nella realtà? Senza avere una vera profondità, anzi dedicandosi a mostrare vicende slegate a protagonisti. Invece Daniel Bruhl prova a risollevare la qualità della recitazione, grazie ad un personaggio a tutto tondo.
In conclusione (ultimo film visto in Italia al cinema), una pellicola discreta, un'occasione persa per Bill Condon per investigare su Wikileiaks e sul suo vero deus ex machina Julian Assange. E' solo un abbozzo di tutto questo.

Voto: 6

Giorgio Barison

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