sabato 8 giugno 2013

Solo Dio perdona

Rosso come il sangue. Rosso come le tende del ristorante. Rosso come la Thailandia; e una spruzzatina di azzurro. Questo è l'impatto visivo secondo l'ultimo film Nicholas Winding Refn. Un film crudo, spietato all'inverosimile.
In breve la trama: due fratelli inglesi Billy e Julian gestiscono un traffico di droga e utilizzano una palestra di thai boxe come copertura, una notte il più grande Billy in un raptus di ira violenta e uccide in modo barbarico una giovane ragazza. Il comandante della polizia entra in azione come giudice supremo per imporre di nuovo l'ordine. Immerso in una realtà metafisica dove è considerato al pari di un giustiziere il quale con il suo silenzio e la sua lama affilata annienta tutto ciò che tocca. A vendicare Billy rimangono così due persone, la madre Jenna e il fratello Julian (Ryan Gosling), disancorate dalla realtà, assenti, specie il secondo. La madre è ferita nel profondo e nonostante tutte le circostanze del caso desidera con ogni modo lecito o meno trovare l'assassino del figlio senza badare alle conseguenze del caso.
Lo spettatore è soffocato da un labirinto di morte senza senso, pieno di sangue e soprattutto metodi di tortura, accompagnati qua e là da scene erotiche decisamente fuori luogo. Una tortura e una violenza troppo gratuita a mio avviso, in un film avarissimo di dialoghi, e dove i pochi presenti sono pure sottotitolati in italiano rendendo ancora più pesante la narrazione.
In conclusione un film forte, che difetta non per acume narrativo, ma per gratuità eccessiva di alcune scene violente e per i troppi silenzi, che rendono incomprensibile, a lunghi tratti, il film e ciò che il regista avrebbe voluto dire. Nicolas Winding Refn non era solo Drive ciò lo sapevo benissimo, ma per me ha perso un'occasione per mostrare le sue capacità, mentre Ryan Gosling, mio beniamino,  muto così come nel precedente film, è questa volta privato di valore e significato, troppo multiforme per ottenere la dignità di personaggio a tutto tondo.

Voto: 5

Giorgio Barison

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