mercoledì 27 marzo 2013

Non si parla più

Immaginate di essere in un multisala a vedere un film, sala abbastanza piena, film appena uscito in pompa magna, inizia, dopo circa un'ora c'è l'intervallo di dieci minuti circa. In questo momento vedo nella fila davanti a me un gruppo di ragazzi e ragazze adolescenti che non perdono un attimo, tirano fuori il loro smartphone all'ultima moda e lo fissano, controllano gli ultimi aggiornamenti sui social network, i risultati delle partite in corso (per i ragazzi), qualsiasi cosa a costo di evitare di alzare la testa. Come loro si comportano anche molti altri in sala. Tutti sono concentrati verso il piccolo oggetto che hanno nelle loro mani, nulla più. La sala è quasi completamente immersa nel silenzio, gli unici che parlano sono due uomini e una donna sulla trentina che commentano il film e una coppia di nonni che parlano del più e del meno, tutti gli altri, testa china e lavoro intenso di occhi e dita. Nessuno di loro parla, ma perchè non sanno cosa dirsi, o per altre ragioni? Se delle persone fanno delle cose insieme, (in questo caso vedere un film), hanno un rapporto di amicizia, delle passioni, delle esperienze passate comuni, non posso davvero credere che la tecnologia e l'interattività possa far dimenticare tutto questo, la nostra vera vita quella di conversazioni, dialoghi, e far prevalere quella fatta da chat, social network e siti web. E questo può capitarci al cinema, ma anche in qualunque altro locale pubblico, che sia bar, pub, stadio o altro. Siamo così sicuri di non avere più nulla da dire al prossimo? Non è forse il caso di chiederci in che direzione stiamo andando?


Giorgio Barison

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