sabato 7 settembre 2013

E l'eco rispose

Hosseini non lo leggevo dai tempi de "Il cacciatore di aquiloni" e ammetto quindi che attendevo molto questo nuovo romanzo e dico subito che in parte mi ha deluso. Siamo di nuovo in Afganistan in un villaggio povero un padre solo e due figli piccoli iniziano un viaggio verso Kabul, al ritorno torneranno senza la figlia Pari. Lei vivrà in una nuova famiglia abbiente, in una grande casa nel centro della città. Una casa che vedrà il passare dei decenni fino alla guerra dei primi anni Duemila. In un vorticare di storie e racconti concentrici è narrata l'epopea di un gruppo di personaggi vicini e parenti accomunati dall'Afganistan.

Mi è parso un arcipelago di storie, tutte collegate in modo anche avveniristico  ma non ho capito il succo della faccenda. Rimane piacevole con splendide descrizioni degli spazi e dei luoghi dalla Grecia all'Afghanistan fino alla California, ma manca la poesia e la favola del romanzo precedente, sono presenti troppe storie spezzate e divagazioni fuorvianti. Per me è quindi un deciso passo indietro rispetto ad altre letture. 


Imparai che il mondo non vede la tua anima, che non gliene importa un accidente delle speranze, dei sogni e dei dolori che si nascondono oltre la pelle e le ossa. Era così: semplice, assurdo e crudele. I miei pazienti lo sapevano.

Khaled Hosseini
453 pp
19,90 euro
Piemme Editore

Giorgio Barison

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