mercoledì 2 luglio 2014

Il capitale umano


Il capitale umano non sembra un film italiano da tanto è innovativo e diverso dagli altri. E' il modo in cui viene sviluppata la sequenza del film che lo rende unico e necessario.
Il nucleo in sè non è forse dei più originali, tratto molto liberamente dall'omonimo romanzo di Stephen Amidon. Due famiglie nella Brianza che conta. La prima in alto, ricca che punta sempre a di più, con decine di problemi tenuti appositamente sotto il tappeto, guidata da uno speculatore senza pietà, e la seconda capitanata da Dino, immobiliarista, che tenta la scalata sociale in modo vertiginoso senza pensare alle conseguenze. Unite ancora di più da un incidente automobilistico dove un cameriere viene investito mortalmente.
Non è il classico film perchè il livornese doc Paolo Virzì racconta i più caratteristici tratti delle profonda Italia del Nord in modo audace, ma anche con una tecnica molto interessante. Non la trama lineare, ma mostrando la stessa vicenda dal punto di vista dei personaggi più importanti, così lo spettatore viene a conoscenza della varie sfaccettature e della verità, molto diversa dalle apparenze.
Tutto ciò è supportato da una prova attoriale egregia di Fabrizio Gifuni, capitalista speculatore senza scrupoli, di un Fabrizio Bentivoglio, quasi irriconoscibile, immobiliarista che sogna troppo in alto e dalla coppia femminile delle mogli Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, agli opposti ma che bene rappresentano due figure tipiche di donne. Seguiti da numerosi altri attori in performance azzeccate e piccoli ruoli che lasciano felicemente sorpresi, basti vedere il grande Luigi Lo Cascio interprete di un giovane critico teatrale e il forse poco noto Luca Torraca del teatro dell'Elfo nelle vesti del monsignore della scuola privata. Tutto perfettamente costruito e assemblato. Un film ambientato in Brianza ma che per me potrebbe ben rappresentare dinamiche di un certo modo di vivere di una più grande parte d'Italia. Il cinismo e l'avidità non hanno limiti e portano distruzione dei più deboli e dei sentimenti. Un grande film italiano diverso dagli altri che non ha paura di mostrare una parte di noi che non piacerà a molti.

Voto: 8

Giorgio Barison

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