Un personaggio raro di questi tempi, non ci racconta le vicende di palazzo a Roma e dell'economia, lui va all'origine di tutto, in posti lontani e scomodi, (Iran, Afganistan, Iraq, Niger, America del Sud), guardando con i propri occhi ogni situazione, oggi come trentanni fa. Iniziò come inviato speciale nel 1979 nell'Iran di Khomeini e ora, anche se ufficialmente in pensone continua a scrivere, o meglio a viaggiare nel mondo alla ricerca di storie da pubblicare. L'ultimo viaggio, in Niger, è uscito proprio oggi sul Corriere.
Legato ad Ettore Mo possiedo un anedotto che ricordo con semplicità: una mattina di metà giugno di qualche anno fa mi trovavo in un bar in Via Solferino a Milano, (via dove si trova la sede del Corriere), quando vidi questo uomo evidentemente anziano, con una chioma di capelli bianchi, minuto, ossuto, ma dall'aspetto forte, con una grande mantella grigia, mentre sorseggiava un caffè, era Ettore Mo.
Mo continua il tuo viaggio, per fare viaggiare anche noi.
Giorgio Barison
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